Il Pignoletto

Il Pignoletto è il "Re dei Colli Bolognesi"

Il Pignoletto è un vino bianco, dal delizioso ed esclusivo, coltivato in molte zone dell’Emilia-Romagna e imparentanto alla lontana con il Grechetto di Todi.
Le DOC riconosciute per questo vino sono Reno, Imola e Colli di Rimini dove viene indicato anche come Rebola, ma come dimostra la fresca nomina a DOCG, è in alcune zone della provincia di Bologna dove raggiunge il suo massimo potenziale, e più nello specifico, nella sottozona definita Colli Bolognesi; in particolare i comuni interessati sono Monte San Pietro, Monteveglio, Bazzano, Casalecchio di Reno, Castello di Serravalle, Crespellano, Sasso Marconi e Zola Predosa.
Il ferreo disciplinare di produzione di questa DOC stabilisce che il Pignoletto debba essere ottenuto da almeno l'85% di uve provenienti dall'omonimo vitigno autoctono, mentre la restante parte può essere integrata da uva a "bacca bianca non aromatica" autorizzata e prodotta nel comprensorio Colli Bolognesi.
Nel caso della DOCG “Colli Bolognesi Classico” la percentuale si alza al 95% e la parte restante integrata, sempre ed esclusivamente con uve autorizzate, purché presenti tra i vigneti della medesima azienda agricola.
La tutela della qualità e il rispetto al disciplinare di produzione è garantita dal Consorzio Vini Colli Bolognesi.


Il Pignoletto viene prodotto in varie tipologie:
  • Classico
  • Superiore
  • Frizzante
  • Spumante
  • Passito

Il Pignoletto è un vino dalle radici molto antiche

Già in epoca romana, Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis Historia", scritta nel I secolo d.C., scriveva di un vino chiamato "Pino Lieto" che "non è abbastanza dolce per essere buono", e quindi non apprezzato dagli antichi romani, notoriamente amanti dei vini dolcissimi.
Nel 1654, il Tanara col suo trattato "Economia del Cittadino in Villa", fa precisi riferimenti ad "Uve Pignole" che sono coltivate nelle colline della provincia bolognese, anche se è sempre stato caratterizzato come altro vitigno con ampelografia similare.


La carta d'identità del Pignoletto

Riferendoci alla versione “Classica” che è quella che più tipicamente rappresenta le caratteristiche di questo vino, si può notare come questi si presenti con un bel colore giallo paglierino scarico dai riflessi verdolini, mentre al naso colpisce per il suo profumo delicato, intenso di frutti a polpa bianca, come la pera e la pesca bianca, cui si miscela la delicata tipicità dei fiori di biancospino e in alcuni casi anche nocciola e mandorla.
Al palato si presenta secco, armonico, asciutto, abbastanza persistente e fresco di acidità, impreziosito al retrogusto da un gradevolissimo aroma leggermente amarognolo.

E' un vino il cui consumo viene tipicamente consigliato ad una temperatura fresca, tra gli 8 e i 10°C, ed entro i due anni dalla vendemmia, sebbene sia un prodotto che in taluni casi possa dimostrare una inaspettata longevità.

Come accennato all’inizio, gli studi effettuati sul DNA della pianta hanno dimostrato che questo vitigno è imparentato con il Grechetto di Todi e non con il Pinot Bianco o il Riesling Italico, come da sempre erroneamente sostenuto.
La foglia è pentagonale e trilobata, seno peziolare a V ampio, di colore verde cupo, lucida e liscia superiormente, più chiara la pagina inferiore.

Tipicamente la coltivazione del vitigno avviene a cordone speronato ed a Guyot e dà origine ad un grappolo medio, compatto o mediamente spargolo, allungato e quasi cilindrico con accenno di alatura. L'acino è medio, di forma allungata e di colore verde ambrato. Il tralcio legnoso è lungo, robusto ed elastico, ma poco ramificato e di sezione ellittica; il fusto è di buona vigoria su terreno collinare calcareo, argilloso, molto drenato e ricco di micro e macro elementi che danno al Pignoletto quelle caratteristiche e particolarità tanto apprezzate e piacevoli.
Con germogliamento abbastanza precoce, verso la seconda decade di aprile, e maturazione delle uve ai primi di ottobre.
L'utilizzazione di queste splendide e particolari uve è finalizzata alla vinificazione, dando origine ad un prodotto decisamente unico che ha saputo ottenere la DOC nel 1985 e infine, più recentemente, l’ambita DOCG.

 

Descrizione a cura dell'Associazione Apnea Alcolica - www.apnealcolica.org

 

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